Sulla realtà del campo

Di fatto negli esempi visti, che si riferiscono a campi di forza centrali, la differenza tra il modello della azione a distanza e il modello del campo è più concettuale che pratica, visto che si riduce ad eliminare dalla rappresentazione la "carica" (massa o carica elettrica) che sente la forza. Ben altro spessore assume l'approccio del campo quando si prende in considerazione il campo magnetico: sarebbe infatti possibile, ma estremamente pesante matematicamente e poco chiaro concettualmente, dare una descrizione punto per punto della forza sentita da un ago di bussola (o meglio da ognuno dei suoi poli) quando si trova in prossimità di una spira percorsa da corrente. In questo caso infatti possiamo ancora parlare di azione a distanza, ma la forza non è centrale (infatti la bussola si dispone perpendicolarmente al filo). La rappresentazione del campo magnetico generato da una spira percorsa da corrente è invece semplice ed elegante. Potremmo dire, citando A. Einstein: "la nostra intera conoscenza delle forze agenti si riassume nella costruzione del campo. Il concetto di campo si inserisce così fra il concetto di corrente ed il concetto di polo magnetico per rappresentare in modo semplice le forze agenti".
(cit. da "evolution of Physics. The growth of ideas from early concepts to relativity and quanta")
Di fatto la descrizione in termini di campo aumenta ancora di più il suo valore di realtà o, in altri termini, di utilità per la descrizione fisica, quando si prendono in esame i campi elettrici e magnetici variabili nel tempo. Un ultima considerazione che merita di essere fatta è che la teoria del campo è una teoria locale.
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