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chiara4S3Salima ha un marito tossicodipendente violento. È stata accolta in un rifugio per donne vittime di violenza, ma all’arrivo dei talebani chi gestiva questi luoghi ha preferito scappare, e con le altre si è trovata davanti a un bivio: tornare nell’ambiente familiare violento o seguire i talebani nella sezione femminile del più grande carcere femminile di Kabul.

Queste sono le prime parole del video La questione delle donne, realizzato da Chiara M, Matteo e Luca della classe 4S3 e corredato di una colonna sonora suggestiva e di grande effetto, che racconta in modo approfondito, incisivo ed efficace la storia emblematica di alcune donne afghane.

 

Questo video è stato presentato dagli studenti del Liceo Ettore Majorana a conclusione della manifestazione Insieme per i diritti del 10 dicembre scorso, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani. La manifestazione a cura del Centro per i Diritti Umani “Nelson Mandela” di Terni ha trattato il tema dell’Afghanistan con focus sul diritto all’istruzione negato alle ragazze e alle donne.

pubblico2All'incontro, rivolto alle scuole del territorio e alla cittadinanza, che si è svolto on-line su piattaforma zoom, hanno aderito le classi 3S1 e 4S3 del nostro Istituto, come corollario di un percorso di educazione civica dal titolo Speciale crisi umanitaria: Afghanistan 2021, che ha coinvolto attivamente gli studenti “Protagonisti nella transizione” in questo primo trimestre. VitePreziose CISDAonlusDopo una breve introduzione sull’Afghanistan a cura del Centro “Nelson Mandela”, molti sono stati gli approfondimenti da parte degli ospiti, primo fra tutti quello su La resistenza delle donne a cura di Antonella Garofalo del CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane Onlus), che ha sottolineato come oggi venga negato alle ragazze afghane di frequentare scuole secondarie e università. La dottoressa ha raccontato della soppressione del Ministero delle donne che è stato sostituito con i Ministeri della Preghiera e della Guida e per la promozione della Virtù e la prevenzione del Vizio, che hanno come obiettivo quello di controllare la popolazione e sopprimere eventuali disertori. Con l’intervento da parte degli USA e la conseguente soppressione del regime talebano, negli ultimi vent'anni le donne  avevano hanno avuto la possibilità di riassaporare la libertà. Ecco perché ripiombare nell’oblio è ancora più difficile da tollerare.

RAWA logoRAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan) è una delle organizzazioni femminili afghane indipendenti più attive e affermate in campo sociale e politico. Fin dalla sua nascita, il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane Onlus sostiene l’associazione organizzando delegazioni in Afghanistan, incontri di sensibilizzazione e conoscenza della realtà afghana con le rappresentanti di RAWA su tutto il territorio italiano e raccolta di fondi per permettere la costruzione di orfanotrofi, scuole e ospedali.

Barbara Curti ha posto l’attenzione sull'istruzione negata: il governo talebano garantisce alle bambine l’accesso all’istruzione fino alla scuola primaria ma, di fatto, nella realtà le cose vanno diversamente. Le bambine possono frequentare solo scuole femminili e le insegnanti donne, ben presto, cadono nell’isolamento, non percepiscono lo  stipendio, subiscono minacce. Le famiglie temono ritorsioni e per questo non mandano le bambine a scuola.

zoom1La parola è poi passata a Francesco Manna di Amnesty International e a Irene Testarella, ex infermiera volontaria in Afghanistan che ha raccontato la sua testimonianza tra le donne afghane. Emergency è l’unica associazione che garantisce sicurezza, qualità e cure adeguate gratuitamente. Testarella ha sottolineato inoltre che negli ospedali di emergency è negato indossare il burqa, il quale può essere volontariamente sostituito da un velo o da abiti comodi. È importante che le donne capiscano che possono recarsi nei centri emergency non solo per partorire o durante situazioni di emergenza, ma anche per imparare un mestiere che garantisca dignità lavorativa e identità a ogni donna che decide di impegnarsi.

In occasione dell’ultimo intervento Francesco Camuffo, Presidente dell’Arci di Terni, ha raccontato come anche la musica sia stata bandita dall’Afghanistan, che è ripiombato nel silenzio. Con il ritorno dei talebani al potere torna anche il divieto che vigeva tra il 1996 e il 2001. Le uniche musiche sono gli inni a Maometto e le canzoni religiose, che devono essere realizzate senza l’uso di strumenti musicali. Proibire la musica significa cancellare identità e diritti, poiché la musica ha un ruolo centrale nella valorizzazione del nostro passato e nello sviluppo di nuovi linguaggi, oltre che nel generare elementi di innovazione espressiva e creativa. Camuffo ha letto una citazione di Lev N. Tolstoj, tratta dal suo romanzo breve dal titolo Sonata a Kreutzer, di cui si riporta un breve passaggio.

KreutzerSonata“Oh, è qualcosa di terribile quella sonata. E specialmente quel tempo iniziale. Del resto, la musica in generale è una cosa tremenda. Ma che cos’è poi? Io non lo capisco. [...] La musica mi costringe a dimenticarmi di me stesso, a dimenticare la mia situazione concreta, e mi trasporta in una situazione diversa, che non è la mia; sotto l’influenza della musica mi sembra di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che non capisco, di poter fare cose che in realtà non posso fare.”

La dottoressa Antonella Garofalo, rispondendo ad alcune domande poste dagli studenti, ha posto l’accento su come l’Unione Europea e il resto del mondo stanno agendo ora nei confronti dell’Afghanistan e del governo talebano, trascurando però il resto della popolazione.

Livia Martini della classe 3S1 ha creato questo post da pubblicare su Instagram. 

 

Francesca, Chiara, Filippos (4S3) e Livia (3S1)