Il Dantedì del 4 aprile di quest’anno a cui abbiamo partecipato è un evento che è riuscito a conciliare l’inferno vissuto dai deportati e quello proposto da Dante in maniera precisa, ma mai noiosa, e densa di spunti su cui riflettere. Ogni relatore ci ha presentato diversi spunti e diverse idee su questi temi, dal punto di vista artistico, letterario e filosofico.
Soprattutto l’ultimo intervento, quello del professor Barbabella, sviluppando abilmente argomenti molto interessanti, è riuscito a lasciarci dei dubbi sui quali ragionare in momenti successivi alla conferenza. È stato interessante capire il parallelismo e le differenze tra i due inferni, quello dantesco, in cui i dannati si meritano la loro punizione, e quello vissuto dai deportati, non meritato e senza motivo.
Ma di certo non è stato solo questo il punto forte della conferenza. Grazie infatti all’efficace intervento di ciascun relatore abbiamo appreso nuove cose, che prima ignoravamo e questo ci ha fatto ampliare la nostra conoscenza.
Ci ha affascinato vedere come anche attraverso l'arte si possono trasmettere emozioni molto forti; per esempio il quadro di Picasso Guernica trasmette tutto il dolore che la Spagna ha subito durante la guerra civile: l’assenza di colori e la simbologia delle figure, riesce a trasmettere la malinconia e la violenza provata dalle vittime della guerra. È un vero esempio di inferno, proprio come quello delle anime dei dannati o dei deportati nei campi di concentramento.
Le studentesse e gli studenti della 3SA1