Il 31 maggio si è tenuto presso la sala Digipass del Centro Studi di Orvieto il convegno per celebrare il sessantesimo anniversario dell'Istituto Tecnico Maitani.
Per l’occasione sono intervenuti la dott.ssa Cristina Potenza, Dirigente Scolastica in comando al M.I.M. Direzione Generale per l’innovazione Digitale, la semplificazione e la Statistica; il dott. Damiano Previtali, Dirigente Ufficio per la Valutazione del Sistema di Istruzione e Formazione del M.I.M; la dott.ssa Meri Ripalvella, funzionaria di ricerca della Regione Umbria, che è intervenuta anche in qualità di ex alunna; i Dirigenti di “ieri”, Claudio Scattoni, Alfonso Scaccia, Gian Paolo Sciocchini, Antonio Galati, Elvira Busà e i Dirigenti degli Istituti Tecnici della provincia di Terni Graziella Cacafave, Cinzia Fabrizi, Marina Marini, Tiziana Lorenzoni; gli ex alunni Michele Basili, Davide Mira, Clarissa Ferretti, Andrea Schioppa, Paola Morelli e tantissimi docenti che hanno insegnato per molti anni al Maitani.
L’occasione ha rappresentato una “rimpatriata” per ricordare gli anni gloriosi dell’Istituto che, dall’anno scolastico 1963/64, ha visto passare e diplomarsi centinaia di studentesse e di studenti di Orvieto e dei numerosi paesi limitrofi. Inoltre, il convegno coordinato dalla Dirigente dell’IIS Majorana-Maitani Lorella Monichini ha dato un ulteriore impulso a promuovere lo sviluppo di un'offerta formativa che guardi alle trasformazioni del futuro. Questa è stata un’occasione per interrogarsi sul futuro dell’istruzione tecnica.
Gli interventi del dott. Previtali e della dott.ssa Potenza hanno posto l'attenzione sulla riforma degli istituti tecnici e professionali in via di approvazione e in particolare sul ruolo che avrà nella promozione della formazione tecnica. Hanno messo in luce la situazione attuale degli istituti tecnici in Italia, con differenze sostanziali tra il nord del nostro Paese, dove godono ancora di ottima salute, e il centro-sud, dove si registrano cali importanti di iscrizioni. I temi affrontati sono partiti da una serie di interrogativi: come è possibile rilanciare l’istruzione tecnica? Come andrebbero affrontate le nuove sfide del mercato del lavoro? Quale contributo possono ancora offrire gli istituti tecnici in termini di competenze spendibili nel mercato del lavoro?
La grande crescita economica degli ultimi decenni del secolo scorso ha potuto usufruire in modo sostanziale della grande risorsa di quadri tecnici intermedi formati dagli istituti tecnici e professionali. Oggi le cose sono profondamente cambiate, la filiera manifatturiera è stata sommersa dalla globalizzazione e dalla conseguente delocalizzazione in altri paesi di molte aziende, dall’altro dall’invasione di prodotti stranieri a buon mercato con conseguenze anche sul piano dell’istruzione. D’altro canto, però, i dati ci mostrano un’altra realtà: la difficoltà sempre crescente di aziende ed enti pubblici di reperire personale specializzato in ordine di mansioni molto particolari non ha alcuna corrispondenza con la domanda.
Ciò emerge in modo tangibile dai dati statistici anche nella nostra Regione, dove la richiesta delle professioni tecniche è sempre più alta, dove le stesse aziende mettono a disposizione corsi di formazione per consolidare quelle competenze necessarie. Occorre, quindi, individuare un nuovo modello di sviluppo che fonda la formazione teorica, che concorra alla definizione delle competenze di base per il lifelong learning, e la formazione tecnica e laboratoriale per rispondere alle necessità del mondo imprenditoriale. La sfida è aperta, il gioco non è azzardato ma possibile se la formazione tecnica punta a una didattica laboratoriale, che consenta un inserimento fluido e flessibile nel mondo del lavoro, con la speranza che la crisi produttiva e occupazionale in cui molti Paesi dell’Unione europea oggi versano debba nel frattempo essere superata.