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Venerdì 5 Dicembre 2014, alcune classi dell'Istituto d'Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico e di altri istituti del comprensorio orvietano, si sono recate presso il Teatro Mancinelli di Orvieto per partecipare allo spettacolo "Il Teatro Comico", tratto dall'omonima opera di Carlo Goldoni, autore, drammaturgo e scrittore italiano, considerato uno dei padri della commedia moderna.

La matinée teatrale è stata organizzata nell'ambito del Progetto Teatro, al quale hanno aderito in particolar modo le classi quarte, interessate all'argomento sia perché l'opera è coerente con il piano di studi, sia perché tratta un argomento centrale: quello della riforma goldoniana che prevede il passaggio dalla commedia all'improvviso alla commedia senza maschere.

A dimostrazione dell' ingegno artistico e innovativo di Goldoni, ci sono pervenute sedici commedie ''impegnate'', tra cui il sopracitato Teatro Comico (primo importante esempio di "teatro nel teatro", tanto che si può considerare il manifesto della  riforma teatrale), La Locandiera, La bottega del caffè, La Famiglia dell'antiquario. 

Grazie a Goldoni il teatro abbandona il vecchio modello e va a rappresentare ''il reale, ovvero il mondo''. Vi è  quindi un'attenta rappresentazione di situazioni e personaggi volta a riportare nel teatro proprio quella realtà che il fenomeno della commedia dell'arte, attraverso la propria dege-nerazione, aveva allontanato. Inoltre, mentre precedentemente alla riforma gli autori recitavano utilizzando un canovaccio, su cui dovevano improvvisare, ora si servono di testi interi, dove sono presenti tutte le battute, come voleva Goldoni.

Le sue idee innovative, come quella di distaccarsi dall'utilizzo delle maschere, sono impersonate nella figura di Orazio, il direttore della compagnia. Egli  é a favore, come Placida e Anselmo, di un nuovo modello più impegnativo, volto a soddisfare le esigenze del pubblico e quindi ad ottenere maggiori riconoscimenti.

La mentalità del vecchio teatro è invece racchiusa nella figura di Levio.  Poeta e autore di alcune commedie costui propone lavori alla compagnia senza  ottenere successo: segno dei cambiamenti in corso. Infatti il suo personaggio e il fatto che il suo lavoro non venga apprezzato divengono simbolo del declino della vecchia mentalità.

Lo spettacolo, grazie all'immagine che del mondo rappresenta, e quindi grazie alle battute e al modo in cui viene affrontato il tema, è risultato molto coinvolgente e un mezzo più leggero per compren-dere i cambiamenti avvenuti nel periodo artistico del '700 con la riforma goldoniana.

Attraverso scene particolarmente rappresentative, come quella in cui il capocomico rifiuta il lavoro di Levio, è stato possibile comprendere al meglio quanto velocemente la riforma abbia preso piede all'interno delle compagnie teatrali.

Note divertenti: la sorpresa e le risate all'ingresso in teatro della cantante quando, inaspettatamente, è arrivata alle nostre spalle, intonando un ''pezzo'' ; la figura di Pulcinella con le sue acrobazie ;  le battutine tra studenti sugli scambi di ruolo dei personaggi , ad esempio sulla segretaria di Orazio,  impersonata da un attore; l'entrata in scena di uno studente che, involontariamente, è inciampato sul tappeto.

Alice San Giorgio   Chiara Chiasso    Martina Prosperini