“Dear Mr President, members of the Board, members of the Jury, fellow delegates, good morning”: è attraverso questa formula che venerdì 12 maggio la Sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo di Orvieto si è trasformata nell’emiciclo del Parlamento Europeo di Strasburgo. Ad operare la magia 72 studenti dei licei di Orvieto, Terni, Acquapendente e Follonica.
In tailleur e giacca e cravatta, cercando di contenere l’emozione, i delegati si sono trasformati in giovani parlamentari europei e hanno dibattuto per ben sei ore, in italiano e in inglese su cosa possa fare l’UE per contribuire alla pace tra Russia e Ucraina; su come sviluppare una sempre maggiore coscienza ecologica per combattere il degrado ambientale e fragilità del territorio; su come gestire il fenomeno dei migranti in modo da garantire la sicurezza della frontiere e allo stesso tempo salvaguardare la salute dei migranti nonché la loro effettiva inclusione all’interno della società europea; su come favorire per il raggiungimento di un equilibrio tra città e borghi che realizzi un abitare inclusivo sicuro e sostenibile; su come garantire a ogni cittadino dell’Unione il diritto all’autonomia nelle scelte cruciali dell’esistenza come quelle sul fine vita e sull’aborto; e infine sull’economia circolare e i suoi vantaggi per l’ambiente.
L’assemblea di Agorà, aperta dall’intervento dell’europarlamentare onorevole Camilla Laureti, ha rappresentato il momento finale di un percorso di cittadinanza attiva, organizzato dall’IIS Majorana-Maitani di Orvieto in collaborazione con l’associazione Apertamente Orvieto, iniziato a febbraio che ha visto gli studenti delle scuole partecipanti riunirsi on-line in commissioni, proprio quelle del Parlamento Europeo ENVI, LIBE, DROI, AFET, DEVE, CLIMA per redigere insieme una proposta di legge su tematiche che farebbero tremare i polsi ai più esperti analisti politici.
Nei giorni che hanno preceduto l’assemblea gli studenti hanno avuto la possibilità di confrontare le proprie idee con esperti dei vari topic come il professor Massimo Bartoli dell’Università di Perugia, l’architetto e urbanista Stefano Boeri, l’avvocata dei diritti umani Alessandra Ballerini, la responsabile comunicazione e sostenibilità di Rilegno Elena Lippi, l’attivista di Fridays for Future Lorenzo Tecleme e il rappresentante dell’associazione Luca Coscioni Alessandro Genufletti. Tutti gli esperti sono rimasti impressionati dalla competenza dimostrata dai ragazzi nella stesura delle risoluzioni.
Potrebbe infatti sembrare fuori dalla portata e dall’interesse di un adolescente di oggi discutere di temi così complessi, invece i nostri studenti hanno dimostrato, diversamente da quanto con troppa superficialità ci racconta la vulgata, quanto la loro generazione sia interessata alla politica, quella politica alta e disinteressata che indaga e cerca di trovare soluzioni alle ingiustizie e alle disuguaglianze, temi a cui i giovani sono invece molto attenti. La complessità degli argomenti su cui da anni dibattono politici, scienziati ed economisti non spaventa gli studenti perché grazie alla guida dei loro insegnanti e soprattutto dei loro chairperson (studenti con una pluriennale esperienza nel dibattito che hanno guidato ogni fase del progetto) hanno imparato a ricercare fonti autorevoli, a selezionare criticamente le informazioni e a mettere a punto un’argomentazione ponderata e incisiva. Questo lungo percorso ha insegnato alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che per progettare il futuro occorre conoscere il presente e capire che esso è frutto di un passato che va approfondito, che non si può seguire la scorciatoia della semplificazione, ma che qualsiasi problema va guardato sempre da diverse angolazioni.
I ragazzi, dal canto loro, sono entusiasti: «È stata un’esperienza molto coinvolgente, tanto che la ripeterò il prossimo anno» - ha detto una studentessa. “È stato bello sentirsi così affiatati all’interno della Commissione durante la difesa della nostra risoluzione. È stato un lavoro concitato trovare risposte in poco tempo, scambiandoci biglietti e post-it, ma molto, molto stimolante».
Con le note dell’Inno alla gioia si conclude il lungo dibattito, ma c’è ancora un momento di grande emozione dedicato al ricordo della figura e delle parole del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli che aveva aperto l’assemblea di agorà nel 2019. Il giornalista Marco Damilano in collegamento video ci ricorda infatti il valore dell’impegno del Presidente della Commissione Europea, la sua passione per la politica e la sua opera per la costruzione di un’Europa sempre più coesa e solidale.
È arrivato il momento della giuria - composta, così come il tavolo di Presidenza, da ex studenti che hanno negli anni precedenti a loro volta partecipato al progetto - che si è riunita per decretare la commissione vincitrice e i migliori delegati. Alla proclamazione dei nomi sono scrosciati applausi da parte di tutti i delegati perché l'obiettivo non è quello di emergere e dimostrare di essere il più bravo, non è per questo che si viene premiati, ma per la capacità di creare il gruppo, di coinvolgere gli altri, di trovare soluzioni ai punti deboli delle proposte delle altre delegazioni al fine condiviso di creare uno spazio di partecipazione democratico e costruttivo.
Da questa coinvolgente esperienza, tutti, adulti e ragazzi sono usciti pensando che c’è bisogno di più Europa, un’Europa più solidale, più coesa, più verde e c’è bisogno di sognare, partecipare e progettare.
Quando Altero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann pensarono all’Europa unita e addirittura federale era il 1941 e loro erano stati confinati dal fascismo a Ventotene, avrebbero quindi avuto tutto il diritto di pensare che il futuro era perso, che non c’era speranza, invece hanno deciso di sognare e di progettare, di dare corpo alle parole di Max Weber che li aveva ispirati: “La politica consiste in un lento e tenace superamento di dure difficoltà, da compiersi con passione e discernimento al tempo stesso. E' perfettamente esatto, e confermato da tutta l'esperienza storica, che il possibile non verrebbe mai raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l'impossibile.”