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Che bello leggere!

Un gruppo di 12 studenti delle classi quinte ha seguito un laboratorio di "Lettura espressiva" diretto dall'insegnante di teatro Elisabetta Spallaccia. Il progetto ha avuto come momento conclusivo la celebrazione del Giorno della Memoria attraverso  letture che hanno fatto ricordare in modo significativo un capitolo così drammatico della storia, in cui l'umanità ha potuto compiere tanta atrocità.
Le pagine scelte sono state tratte dai libri "La notte” di Elie Wiesel e "Lasciami andare, madre" di Helga Schneider.

In entrambi i testi l‘esperienze dell'indicibile orrore dello sterminio è raccontata in modo autobiografico attraverso il rapporto genitore-figlio, sia pure da punti di vista diversi, quello delle vittime e quello dei carnefici.

 

Ne “La notte” il giovane Elie, deportato insieme alla famiglia , dopo aver già perso la madre e la sorella (e la fede in Dio!), essendo diventato solo un numero e spogliato di tutto: vestiti, nome e dignità, rischia di restare privo della sua stessa umanità anche di fronte al padre morente ”in quel silenzio notturno che gli ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere”.

"Lasciami andare madre" è il racconto del secondo e ultimo incontro tra Helga, figlia abbandonata a quattro anni e sua madre ex SS, aguzzina nel campo di Auschwitz- Birkenau. Un drammatico e definitivo faccia a faccia che si svolge a Vienna nel 1998.
Tra le due donne i innesca un difficile intreccio di pensieri e sentimenti, di dolori e rimpianti, di amore e di odio: un complesso rapporto madre-figlia nel quale la figura materna, piuttosto che simbolo di dolcezza, creazione e vita, si manifesta come dispensatrice di sofferenza, morte, tortura.

“Fatti odiare, madre!” è il disperato urlo interiore di Helga “solo odiandoti sarei finalmente capace di strapparmi dalle tue radici. Ma non posso, non ci riesco.” Helga si accorge infatti che, se certo non può amare sua madre, non riesce però nemmeno ad odiarla. “E’ pur sempre mia madre, e quando se ne andrà una parte di me se ne andrà con lei. Ma quale? Non trovo risposta a questa domanda” .

Ciò che risulta dal loro lungo e doloroso incontro è la determinazione e la fedeltà che la madre ancora prova nei confronti del regime nazista : «Se hai sperato che avessi cambiato idea, mi dispiace doverti deludere. Io resto ciò che ero».
Helga giunge così all'unica inevitabile conclusione: non rivedrà più quella "madre non madre", e non le rimarrà più niente di lei.
"No, non ti odio. Semplicemente non ti amo."

L’esperienza è stata bellissima e, a giudicare dall’attenzione e l’interesse con cui i nostri compagni hanno seguito le letture, il 26 gennaio alla Sala del Governatore, dobbiamo aver mostrato anche una certa capacità interpretativa e, speriamo, trasmesso loro le emozioni che provavamo leggendo quelle pagine.

Il corso ci ha permesso di affrontare in modo intenso e coinvolgente argomenti tanto toccanti e delicati e ci ha fatto comprendere il vero significato della lettura che non è soltanto pronunciare correttamente una parola o saper intonare fluidamente e chiaramente un testo. Il significato si nasconde in un aggettivo, in un'esclamazione, in un sussurro, in una pausa. L'obiettivo di chi legge un testo è quello di coinvolgere e rendere l'ascoltatore parte della storia, e questo (spero) noi siamo riusciti a farlo.

Grazie alle docenti di storia che hanno ideato questo progetto e ad Elisabetta che ci ha sapientemente guidati in questo percorso che ci ha indubbiamente arricchito!

Eleonora Ciucci e Alessia Ravanelli