Nei giorni 11/12 novembre 2016 si è svolto a Bergamo il Convegno di studi in merito al progetto “Lavoriamo per l’Europa: diritto al futuro”. Entrambe le giornate si sono tenute in un’affascinante location della città alta: l’ex chiesa di Sant’ Agostino, oggi aula magna dell’Università di Bergamo.
Alla manifestazione erano presenti numerose scuole , circa 300 studenti, provenienti da tutte le parti di Italia e d’Europa . A dare inizio ai lavori è stata la splendida esibizione dell’orchestra e del coro dell’Istituto musicale “Secco Suardo” che ha eseguito tre bellissimi brani tra cui, per concludere, l’inno alla gioia, che ci ha molto commosso, anche perché contemporaneamente sullo sfondo veniva proiettata l’immagine della Basilica di S. Benedetto, patrono d’Europa, distrutta dal sisma.
Dopo i vari saluti delle autorità, di Gianpietro Benigni, presidente dell’associazione Giovani Idee, del Rettore dell’Università, del Dirigente dell’Ufficio Scolastico e del Sindaco di Bergamo, ha tenuto un bellissimo ed emozionate discorso Martina Caironi, alfiere della squadra italiana alle ultime paraolimpiadi di Rio de Janeiro, che è stata premiata dal presidente della provincia Matteo Rossi. Martina ha raccontato la sua storia per incitare i ragazzi a credere nei propri sogni e lottare contro tutti e tutto pur di esaudirli. Quando, improvvisamente all’età di 19 anni, per un brutto incidente si ritrova senza una gamba, in un attimo la sua vita sembra terminata, i desideri distrutti per sempre, ma quando arriva la gamba artificiale scopre di essere geneticamente portata per la corsa. Nonostante ci siano persone che la deridono e non credono in lei, porta avanti il suo obiettivo giorno dopo giorno lavorando duro e lottando per dimostrare che ce la poteva fare, e finalmente quest’anno a Rio è potuta salire sul gradino più alto del podio e stringere la medaglia d’oro. Il consiglio che ha voluto darci è di apprezzare noi stessi, di avere coraggio e determinazione per raggiungere la consapevolezza delle nostre capacità.
Terminata la prima parte, l’incontro è entrato nel vivo, infatti, divisi nelle diverse sezioni del concorso, ogni scuola ha potuto presentare il proprio progetto e gli strumenti adottati per sviluppare il tema proposto.
Questa la nostra presentazione:
GIORGIA: Per il nostro percorso progettuale abbiamo scelto la comunicazione via web, poichè crediamo che sia la più attuale ed efficace e perchè ha permesso di soddisfare le diverse propensioni degli alunni della classe, in quanto ognuno ha avuto il proprio spazio. Nel nostro sito, infatti, sono presenti pagine di approfondimento di vario tipo, un video in cui alcuni ragazzi, utilizzando appunto un altro tipo di linguaggio drammatizzano quelle che sono le situazioni che più preoccupano noi giovani quando pensiamo al futuro, e molte altre sorprese cui stiamo lavorando. D'altra parte oggi, sia nella ricerca del lavoro che nel lavoro stesso, non si può prescindere dalle nuove tecnologie.
ALESSANDRA: l’immagine del logo che abbiamo ideato nel nostro sito rappresenta, nel cerchio esterno, gli Stati dell’Unione Europea separati, iniziando dall’Italia e dai primi sei Stati membri e proseguendo secondo l’ordine di entrata, ma inserendo la Gran Bretagna alla fine, a causa dell’ambiguità della sua posizione a seguito della Brexit del 28 Giugno 2016. Al centro del logo è invece situata la cartina dell’Europa unita, a indicare la speranza che l’impegno dei cittadini, in particolare dei giovani, possa, superando l’euroscettiscismo di questi ultimi anni, portare a un’Unione più forte e equa. Unendo le lettere che si trovano sugli Stati si può leggere “il lavoro un diritto dimenticato”, perché crediamo che solamente tornando a rimettere al centro delle politiche europee e nazionali il lavoro, ci potrà essere futuro per i giovani e di conseguenza per l’Europa.
CLAUDIA: Lo spunto per questo tipo di approfondimento ci è venuto dalla lettura di un saggio del giurista Antonio Cantaro, nel quale si sostiene che, seppur il Ventesimo secolo può essere considerato l'epoca dei diritti, ce n’è uno dimenticato: il lavoro. Ne è un esempio la carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, la carta di Nizza, dove sono elencati diritti civili, politici, sociali, e diversi nuovi diritti come quelli delle minoranze, la dignità della persona e lo sviluppo sostenibile, ma non può sfuggire la "dimenticanza" relativa al diritto al lavoro, il diritto sociale per eccellenza della storia europea, che non può essere confuso col semplice diritto di lavorare, inteso come libertà che ciascun cittadino può esercitare o meno.
ILARIA: Ottenere il diploma e conseguire la laurea con risultati eccellenti non sono più prerequisiti sicuri per assicurarsi un posto nel mondo del lavoro, che è diventato un obiettivo irraggiungibile per molti giovani di oggi, i quali si riducono ad aspettare la fatidica occasione che, tuttavia, non arriva mai. La disoccupazione giovanile è diventata infatti uno dei problemi più gravi della societá odierna.
L’obiettivo che ci proponiamo con il nostro sito www.Lavordunquesono.eu è quello di riflettere insieme sul profondo mutamento di paradigma che il mondo del lavoro ha subito negli ultimi decenni. Com’è cambiato il modo d’intendere il lavoro dal XVIII secolo ai giorni nostri? Cosa si è perso e cosa si è guadagnato? Come guardare al futuro? Ora che il lavoro non può più essere considerato un “posto”, come possiamo inventarcelo?
Abbiamo paura di rischiare e di fallire, perchè siamo sempre stati abituati ad avere una visione standardizzata del futuro. E se fosse il momento di metterci in gioco, di mettere a frutto le nostre idee che, anche quando valide e originali, non trovano il modo di essere trasformate in qualcosa di produttivo e innovativo? Circolazione e intreccio di idee, condivisione e collaborazione in una prospettiva nazionale ed europea sono le parole chiave del nostro progetto, elementi indispensabili per entrare a far parte del mondo del lavoro ed avere successo.
Dopo la presentazione dei lavori da parte di tutte le scuole è terminata la prima giornata del convegno.
La mattina seguente è ripreso l’incontro con l’intervento del docente di relazioni internazionali e politica economica all’università Bocconi di Milano, Antonio Villafranca, che ha tenuto un interessante discorso in riferimento ai cambiamenti politici, economici e sociali sia a livello europeo che mondiale in seguito alle elezioni presidenziali in America.
Il prof Villafranca ha spiegato che:
“Trump ha vinto perché gli USA sono molto diversi da quell’immaginario che ci viene dal cinema: ci sono delle aree estremamente povere, perché la qualità dei posti di lavoro è bassa, precaria e con bassi salari e senza welfare, e in Europa vince il populismo, perché la gente avverte che qualcosa a livello mondiale non funziona più; il capitalismo, il commercio e i mercati internazionali hanno ormai effetti soprattutto negativi, concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e perdita di posti di lavoro. L’Europa così com’é non funziona più, ma non si può sperare di affrontare le sfide future rigettandola. Le nuove relazioni internazionali che vanno delineandosi, la questione demografica e ambientale, quella sociale etc. dovrebbero farci capire che occorre essere europeisti se non per approccio ideologico almeno opportunistico. Da soli saremmo schiacciati.”
Il prof. ha concluso dicendo che: “L’Europa è un intreccio, un confronto tra le diverse realtà locali, un flusso in continuo cambiamento in base alle forze che contribuiscono. Ci vuole resilienza, umiltà e solidarietà per riuscire.”
Dello stesso parere anche Giancarlo Borra, il responsabile culturale dell’associazione Giovani Idee, il quale ha sostenuto che: “Se a livello mondiale si afferma un sistema multipolare dotato di una forte dinamica di sviluppo, noi europei possiamo reggere questo fenomeno solo uniti. Finito il dominio dell’Occidente dobbiamo trovare forme comuni di collaborazione, non esistono alternative.
Gli Stati Uniti d’Europa sono un progetto non più rinviabile se non si vuole vivere la decadenza e la marginalizzazione degli Stati europei, ma per fare l’Europa bisogna partire dai cittadini: "- La ragione firma invano i trattati se il sentimento non li ratifica-“.
Dopo questo momento molto intenso sono intervenute tre ragazze che hanno partecipato nel 2007 alla terza edizione del concorso e che hanno raccontato qual è stata la loro esperienza e come sono cambiate le cose a distanza di dieci anni, regalandoci un bellissimo momento di confronto intergenerazionale.
La mattinata e il Convegno si sono conclusi con una tavola rotonda sempre su “i motivi per cui si deve ancora credere nell’Europa, oggi”, alla quale hanno partecipato: la parlamentare europea polacca Rosz Thun, Fabrizio Spada Direttore dell’Ufficio Commissione Europea di Milano, Gianluigi Biscardi Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale ed infine il corrispondente Ansa di Varsavia Tedeusz Konopka.
Questa esperienza è stata enormemente stimolante: presentare il nostro progetto e confrontarlo con gli altri gruppi di studenti provenienti da tutta Europa ci ha permesso non solo di osservare come ognuno avesse sviluppato il tema proposto con idee e strumenti totalmente diversi, ma anche di capire i punti di forza e soprattutto gli eventuali punti deboli del nostro lavoro, così da migliorarlo e renderlo ancora più competitivo. Ma forse ciò che ci è rimasto più impresso sono stati gli interventi dei relatori, che hanno parlato a noi ragazzi durante le due giornate affrontando temi di grande attualità sia da un punto di vista politico/economico che umano, facendoci capire quale deve essere lo spirito giusto per affrontare il futuro. In un momento come quello che stiamo attraversando, in cui regna una sfiducia generale, non si sarebbero potuti scegliere argomenti migliori per ridare vigore alla nostra speranza. Ci fosse sempre qualcuno pronto a ricordarci chi siamo ogniqualvolta perdiamo la strada!
Ebbene, per noi, il progetto che stiamo realizzando è proprio questo: un promemoria della nostra identità e delle nostre possibilità di giovani europei, nonché un investimento per il futuro.