Dal 14 al 18 gennaio 2019, 39 ragazzi della nostra scuola si sono immersi, per il sesto anno consecutivo ed insieme ad altri 3.000 studenti, nell’esperienza IMUN (Italian Model United Nations), una simulazione dei processi diplomatici delle assemblee ONU e hanno vestito i panni di Ambasciatori per qualche giorno.
Dopo una prima fase di formazione che ha avuto luogo nella sede della nostra scuola e durante la quale si sono affrontate nozioni sulla nascita, sviluppo, funzionamento delle Nazioni Unite e del complesso sistema istituzionale che lo compone,
ciascuno studente “delegato” ha approfondito i più importanti aspetti del Paese straniero che gli è stato assegnato, come la storia, la geografia, l’economia, la cultura, arrivando così preparato ad affrontare il delicato compito di rappresentarlo ufficialmente in veste di Ambasciatore all’Assemblea delle Nazioni Unite.
La seconda fase, svoltasi a Roma, è stata quella operativa basata sul metodo del “learning by doing” e durante la quale i ragazzi hanno indossato le vesti del ruolo di diplomatici all’interno del Model.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio di buon lavoro e “un caldo abbraccio” all’inizio della cerimonia di apertura dell’assemblea tenutasi all’Auditorium della Conciliazione e poi… e poi è stata un’esplosione di vita, intelligenza e passione!
Durante 5 giorni, questi baby ma grandi grandi “diplomatici” si sono riuniti in vere e proprie commissioni e si sono confrontati su temi quali lo status di rifugiato, la lotta alle mutilazioni genitali femminili, la disabilità. Nelle varie assemblee “i delegati” hanno scritto e tenuto discorsi, preparato bozze di risoluzioni, negoziato con alleati e avversari adottando le regole di procedura delle Nazioni Unite.
Il confronto, il dialogo e il valore delle differenze come modello di vita è il forte segnale che esperienze come questa inviano al mondo degli adulti, sottolineando l’importanza della collaborazione, della partecipazione, dell’impegno, della tolleranza, del rispetto del lavoro altrui e dell’umiltà.
Durante l’esperienza i ragazzi sono apparsi spesso stanchi ma sono stati sempre puntuali, corretti, divertenti.
Tutto si è svolto in lingua inglese e nella lingua della creatività, la lingua dei meravigliosi studenti della nostra scuola e di tutte le scuole che hanno preso parte al progetto.